In Sicila ad Acitrezza, dove si tagliano i faraglioni, che Polifemo scagliò contro Ulisse, la persistenza aromatica intensa (PAI) del vino Etna bianco superiore, da uve carricante, bilancerà la persistenza gusto-olfattiva di una magnifica pasta alla Norma, con melanzane, pomodoro e ricotta salata.
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Gita in Sicilia, mi fermo al Grand hotel Baia Verde di Acicastello, dove mi sento coccolata e posso assaporare il respiro del mare, lasciandomi cullare dal canto delle onde. Però è sul vulcano che oggi voglio pranzare, per assaggiare gli spettacolari funghi dell’Etna, con costolette d'agnello.
Scelgo un Etna Rosso doc, dell’azienda Girolamo Russo. Per trattarmi bene, il San Lorenzo, con prevalenza di nerello mascalese e qualche traccia di nerello cappuccio, vinificato da antiche vigne che raggiungono anche i 100 anni e crescono a 750 metri sul livello del mare, allevate ad alberello, con le radici che affondano nella terra lavica. Il gusto un po’ erbaceo dei funghi alla brace dialoga col tannino del vino.
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